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Ecosistema Urbano

È Trento quest’anno la città più green d’Italia, premiata dalla tradizionale classifica di Legambiente-Ambiente Italia sull’Ecosistema urbano, anticipata dal Sole 24 ore del 28 ottobre. Il rapporto annuale misura le prestazioni dei capoluoghi italiani in cinque categorie: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente. Un appuntamento che ormai da 26 anni consente di raccontare la qualità dell’ambiente nelle nostre città e, quindi, l’evoluzione della qualità della vita della popolazione.

Confrondando i trend storici, emergono le città che hanno migliorato le performance ambientali (come Agrigento e Potenza) e quelle che invece sono peggiorate (tra le ultime Isernia, Salerno e Savona). Rispetto alla classifica di Ecosistema urbano 2018, ad esempio, è la città di Agrigento a guadagnare il maggior numero di posizioni. A scalare la classifica, subito dopo, ci sono anche Potenza, Ferrara, Cuneo ed Enna. Quest’ultima, in particolare, svetta per la bassa concentrazione di biossido di azoto nell’aria. Mentre Ferrara vince con la più alta percentuale di raccolta differenziata, pari all’86% del totale.

I dati raccolti nelle varie edizioni di Ecosistema Urbano consentono di valutare i trend in atto nelle cento città italiane. Negli ultimi dieci anni ad esempio la presenza delle polveri sottili nei capoluoghi ha visto una contrazione del 25 per cento dei valori medi annui, scesi dai 32 μg/mc del 2009 ai 24,5 del 2018, ma nell'ultimo quinquennio non si rilevano miglioramenti significativi.

Rimarchevole è, al contrario, la progressione della raccolta differenziata: nell'ultimo decennio è passata dal 34 al 55 per cento, con quattro città (Ferrara, Treviso, Mantova Pordenone) sopra l'85 per cento, 41 capoluoghi oltre l'obiettivo di legge del 65 per cento, un'estensione del porta a porta alla quasi totalità della popolazione in 47 Comuni. Parallelamente, però, torna a salire la produzione di rifiuti, ora attestata a 538 kg/ab/anno.

Continua la lenta crescita degli spazi pubblici dedicati alla pedonalità, grazie a grandi interventi realizzati a Palermo, Firenze, Cosenza, Lucca e in diversi altri centri della penisola. E dà qualche timido segno di ripresa il trasporto pubblico locale, anche se nell'ultimo anno in media gli abitanti delle città italiane hanno fatto poco più di tre viaggi di andata e ritorno al mese su bus, tram e metropolitane.

In alcune casi, in assenza di decisi e repentini cambi di rotta, la tendenza degli ultimi anni offre già un’indicazione sulla possibilità di rispettare la scadenza 2030, fissata dall’Agenda dell’Onu . Al ritmo attuale, per vedere rispettato l’obiettivo di legge della raccolta differenziata in tutti i capoluoghi servirebbe almeno un altro ventennio, molto di più per ridurre le perdite delle reti di acqua potabile al livello fisiologico e portare il parco auto in linea con la media europea. Mentre purtroppo pare già fallito l’obiettivo della Commissione europea di dimezzare entro il 2020 gli incidenti stradali rispetto al 2010.

Articolo tratto da Il Sole 24 Ore.